Attualmente il bando è al vaglio di ANAC (Autorità Anticorruzione) e, salvo imprevisti, tra marzo ed aprile verrà approvato dal CdA e pubblicato; sarà assegnato dopo 6 mesi.
La struttura sarà quella già approvata dal CdA di fine luglio 2018 presieduto dall’allora uscente Prof. Vago.
La nuova governance ha potuto solo porre alcuni importanti correttivi rispetto a quelle delibere già approvate:
1) la scelta politica di sviluppare l’Ateneo del futuro su 3 poli: Centro, Città Studi e Rho-EXPO;
2) ridurre di 20 milioni i costi a base di gara sui servizi gestionali allora previsti;
3) soprattutto, stipulare un accordo di “sorveglianza attiva” con ANAC che, secondo le linee guida della stessa autorità, dovrebbe ridurre per l’Ateneo i rischi di aumento dei costi in corso d’opera che all’epoca di Vago erano quasi interamente sulle spalle dell’Ateneo mentre ora saranno divisi con il privato costruttore.
Questo dovrebbe mantenerci all’interno dei margini della legalità anche se renderà meno “appetibile” per i privati il nostro bando.
Purtroppo l’eredità lasciataci dalla precedente governance lascia aperti due inquietanti punti interrogativi sulla
sostenibilità economico-finanziaria:
- riusciremo a finanziare il Campus?
- i costi aumenteranno in corso d’opera?
RIUSCIREMO A FINANZIARE IL CAMPUS?
(in milioni di €) |
SPESA |
FINANZIAMENTO CERTO |
FINANZIAMENTO DA REPERIRE |
CONTRIBUTO PRIVATO |
177 |
Totalmente a carico del costruttore |
|
COFINANZIAMENTO PUBBLICO |
158 |
135 contributo pubblico (patto Lombardia) + 23 utili UniMi 2017 |
|
CANONE (27 anni: 2023/2049) migliorabile in fase di aggiudicazione di gara |
588,6
[9,9 M (affitto) + 11,9 M (servizi gestionali) /anno * 27 anni = 267,3 + 321,3] |
|
Risparmi gestione e manutenzione tutti immobili di Città Studi (stimati tra i 20 e i 22 M/anno * 27 anni = da 540 a 594 M) |
ARREDI |
50 |
35 utili UniMi 2017 |
15 (futuri risparmi su indebitamento) |
TERRENI AREXPO (da riscattare entro 2033) |
15 |
|
Non precisate economie future |
TOTALE |
988,6 |
370 (equivalente al 37,4%) |
618,6 (equivalente al 62,6%) |
Come si evince dalla tabella, l’Ateneo dovrà reperire 618 milioni di Euro, cioè più del 62% dei costi preventivati.
Secondo quanto approvato dalla precedente governance, il grosso sarebbe finanziato dall’azzeramento dei costi di gestione e manutenzione di Città Studi il che vorrebbe dire spegnere con un interruttore il 1° gennaio 2023 tutte quelle strutture. La poca concretezza di questo finanziamento era così nota allo stesso CdA che lo approvò che già in quei documenti del luglio 2018 venivano stimati i ricavi di alcune nostre strutture da vendere in caso di necessità: in 85,4 milioni il quadrilatero di Città Studi “Celoria, Golgi, Venezian, Ponzio” e in 91 milioni altre non ben precisate strutture che dall’identikit potrebbero essere riconducibili a via Noto (beni culturali) e soprattutto via Conservatorio (Scienze politiche): non a caso all’epoca fu fatta votare ai dipartimenti interessati la disponibilità a trasferirsi in Città Studi.
Pensando alla nostra situazione, suscita invidia vedere la concretezza dei nostri “vicini di casa”.
Il Politecnico costruisce il proprio campus di Architettura rilanciando Città Studi: un investimento da 37 milioni di euro di cui 31 erano già messi a bilancio; il rischio è ridotto al minimo perché ben l’83% dei fondi necessari erano già in cassa.
Inoltre hanno recentemente reperito un finanziamento da 5 milioni da Regione Lombardia e 1 ulteriore milione da privati: in sostanza il progetto è già del tutto finanziato prima di terminare i lavori.
I COSTI AUMENTERANNO IN CORSO D’OPERA?
Le premesse non sono delle migliori. Ci sono alcune variabili che potrebbero comportare aumenti dei costi (oltre quelli fisiologici su progetti così grandi) emersi dalla recente Conferenza dei Servizi legati in particolare al tema dell’inquinamento dell’area (è in corso un’inchiesta per l’inquinamento della falda acquifera) e al problema dei collegamenti per i trasporti. Ad esempio ARPA (l’agenzia per la protezione ambientale) non si è espressa sull’impatto ambientale del Campus in attesa di vedere lo sviluppo generale di tutta l’area ad opera dei privati. D’altra parte, il Comune di Milano ha espresso riserve sul tema dell’inquinamento della falda, dell’inquinamento acustico dovuto alla vicinanza dell’Autostrada A8, del problema della viabilità e della sostenibilità della futura domanda di traffico.
Noi possiamo dirvi solo che continueremo a vigilare e che ci auguriamo che il buon senso di tutti gli attori preservi l’importante funzione pubblica che l’Università degli Studi di Milano svolge.