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Trasferimento ad EXPO: verso gli STATI GENERALI – 01

PERCHE’ TRASFERIRE CITTA’ STUDI A RHO E’ UNA DECISIONE STORICA CHE RIGUARDA TUTTI

Il trasloco di Città Studi a Rho-Expo su cui tra poche settimane Consiglio di Amministrazione e Senato esprimeranno un voto decisivo sarà un momento storico per l’Ateneo.

Saranno coinvolti tutti coloro che operano nelle Facoltà Scientifiche ma anche quelli di Scienze Politiche e dei Beni Culturali (che andrebbero in alcune strutture lasciate libere in Città Studi): in sostanza più della metà dell’Ateneo. Questo avrà di certo delle conseguenze negative su coloro che sono in condizioni socio-economiche più precarie. Milano è una metropoli e trasferirsi dalla parte opposta della città non è così semplice: costa di più e ci vuole più tempo. Pensiamo soprattutto ai pendolari o a coloro che hanno figli piccoli o parenti anziani da curare.

Si prospetta però un indebitamento di almeno 20 anni e questo avrà di certo delle conseguenze su TUTTI. Non parliamo solo degli interventi di manutenzione edilizia di cui tutte le strutture necessitano. Le voci di bilancio sono distinte ma poi il conto totale deve tornare e si deve “stringere la cinghia”. Pensiamo a tutte quelle voci frutto di lunghe lotte sindacali. Alcuni esempi? L’assicurazione sanitaria gratuita di cui molti hanno usufruito e che scadrà tra due anni: la vogliamo mantenere? Le spese per i trasporti (atm, treni, bus) dove ad oggi c’è una compartecipazione della spesa da parte dell’Ateneo. I ticket mensa: se ci riducessero l’importo? Tutte quelle forme di welfare come gli asili nido, i centri estivi, le spese scolastiche, i sussidi. Per non parlare di una probabile ulteriore riduzione del personale: poche stabilizzazioni di precari a fronte di molti pensionamenti.

Ci sono poi casi estremi dove le speculazioni (in particolare edilizie) di alcuni atenei pubblici hanno portato al dissesto finanziario: di norma le università non falliscono ma poi il salario accessorio del personale (nel nostro caso voci come il Fondo Comune d’Ateneo erogato mensilmente o le una tantum) viene tagliato o viene chiesto il pagamento di un contributo di solidarietà: ad esempio a Bari, Siena o Pescara.

I rischi di questa operazione riguarderanno tutti e perciò tutti dobbiamo attivarci per prevenirli !
A giorni vi diremo come…

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Rappresentanze Sindacali Unitarie
Universita’ degli Studi di Milano
Via Festa del Perdono, 7
Tel. 02 50312982
http://www.rsu.unimi.it

TRASFERIMENTO DI CITTA’ STUDI A RHO E DANNO ERARIALE SE PAGASTE DI TASCA VOSTRA, LO FARESTE ?

Vogliamo ritornare sull’aspetto più preoccupante dell’operazione “trasferimento di Città Studi a Rho Expo”, quello economico. Ciò che più ci preoccupa è che, se l’opera si farà, si rimanga a metà del guado a corto di finanziamenti, con l’opera incompiuta e pieni di debiti.

I nostri timori si fondano sull’esperienza passata: per il trasferimento di Veterinaria a Lodi erano stati preventivati tra progettazione e realizzazione 14 milioni di euro che, dopo anni di ritardo, sono poi diventati 40 a lavori quasi ultimati: spesa quasi triplicata! Non osiamo pensare cosa potrebbe accadere se triplicassero i 380 milioni preventivati per Rho. Dubitiamo che ci possa essere a quel punto un ulteriore intervento dello Stato (che oggi finanzia solo un terzo dei costi).

La fine dei lavori è prevista nel 2022. Anche se tale scadenze venisse rispettata, ci ritroveremmo per alcuni anni con un sostanziale congelamento delle spese per l’ordinaria manutenzione di tutte le strutture dell’Ateneo.

La domanda che noi poniamo ai membri del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico che a breve dovranno votare sulla questione è la seguente: finanziereste questo trasferimento se doveste pagare di tasca vostra? Può sembrare una domanda provocatoria ma non lo è. Ricordiamo a tutti che quando si delibera su soldi pubblici c’è una cosa che si chiama “danno erariale” di cui i membri di CdA e Senato sono penalmente e individualmente responsabili. Votare sul trasferimento a Rho senza che ci sia mai stato un serio studio di fattibilità sulla ristrutturazione di Città Studi aggrava ulteriormente i termini di tale decisione. E’ un monito che ci sentiamo di esprimere considerata la superficialità con cui il Senato ha recentemente deliberato sul numero chiuso nei corsi umanistici dove un voto decisivo è stato espresso addirittura a distanza per via telematica in barba al regolamento e contro cui l’UDU (Unione degli Universitari) ha presentato ricorso al TAR vincendolo. A tal proposito consideriamo anche il fatto che, se in futuro verranno tolti i vincoli alle assunzioni dei docenti, l’avere impegnato gran parte delle risorse sull’operazione campus precluderebbe i tentativi di adeguare il rapporto numerico tra studenti e docenti.

La domanda che poniamo al Rettore Vago è la seguente: perché prendere oggi una decisione di tale importanza quando il suo mandato (per legge non rinnovabile) scadrà a novembre del 2018 ed entro giugno ci saranno le elezioni per il nuovo Rettore? Non sarebbe opportuno lasciare la decisione al Rettore che verrà?

A noi piacerebbe che si progettasse un rilancio (e non una semplice ristrutturazione) di Città Studi: abbattere i muri esistenti per perimetrare un nuovo campus operando quegli interventi edilizi che vanno fatti e destinare le risorse necessarie per finanziare i progetti di ricerca, le assunzioni e i servizi agli studenti. Lo spazio per il grande campus scientifico di Milano esiste già, il suo nome è Città Studi !!!

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Riportiamo di seguito gli indirizzi mail presenti sul sito dAteneo dei membri di CdA e Senato se voleste scrivergli.

gianluca.vago@unimi.it; daniela.candia@unimi.it; walter.bergamaschi@unimi.it; franco.cozzi@unimi.it; francesco.blasi@unimi.it; stefano.simonetta@unimi.it; claudia.storti@unimi.it; goffredo.haus@unimi.it; laura.perini@unimi.it; paola.viani@unimi.it; roberto.weinstein@unimi.it; maria.cappellini@unimi.it; vittorio.dellorto@unimi.it; marisa.porrini@unimi.it; alfonso.dagostino@unimi.it; lorenza.violini@unimi.it; antonio.chiesi@unimi.it; dario.bambusi@unimi.it; cesare.gennari@unimi.it; marco.masetti@unimi.it; mantor@unimi.it; claudia.moscheni@unimi.it; mmcorsi@unimi.it; raffaella.chiaramonte@unimi.it; laura.soldati@unimi.it; giulia.chiesa@unimi.it; lucia.zema@unimi.it; elio.franzini@unimi.it; nicoletta.vallorani@unimi.it; letizia.mancini@unimi.it; luisa.anderloni@unimi.it; andrea.cerini@unimi.it; domenico.surace@unimi.it; fabio.naldi@unimi.it; giuseppe.martelli@unimi.it